Dopo un autunno mite ed asciutto, l’inverno nella zona del Chianti Classico è stato caratterizzato da temperature rigide e piovosità regolare, soprattutto nei mesi di Gennaio e Febbraio. La primavera è iniziata con un clima piuttosto asciutto e fresco, tanto che il germogliamento e la fioritura sono decorsi con un leggero ritardo rispetto alla media delle annate precedenti. I mesi di Aprile e Maggio hanno garantito una buona piovosità, che è risultata fondamentale per sostenere la lunga siccità estiva che, a partire da Giugno e fino a tutto il mese di Agosto, ha condizionato lo sviluppo delle piante, sia nelle pareti fogliari che nelle dimensioni e nel peso dei grappoli. Le piogge degli ultimi giorni di Agosto hanno riequilibrato i vigneti, consentendo a tutte le varietà di proseguire con regolarità i processi di maturazione ed i mesi di Settembre ed Ottobre, entrambi miti e mediamente piovosi, hanno permesso alle uve di evolvere sia nella maturazione zuccherina, che in quella tecnologica e fenolica. Le raccolte si sono concentrate tra il 20 Settembre ed il 10 Ottobre, partendo dal Cabernet Franc e Sangiovese per concludersi con il Cabernet Sauvignon. Piovosità totale annua: 952 mm Temperatura media 1 Aprile – 31 Ottobre: 19,74°C Piovosità 1 Aprile – 31 ottobre: 569,6 mm
L’andamento stagionale, in particolar modo durante l’estate, ha imposto un’intensa ed accurata selezione delle uve, sia in vigneto che in cantina. Questa selezione accurata ha permesso di dare un valore aggiunto alle uve di Tignanello che, già di per sé uniche per la loro tipicità e la loro attitudine, hanno prodotto vini di grande carattere e struttura. Durante la fermentazione e la macerazione nei serbatoi troncoconici, i mosti sono stati vinificati con attenzione estrema alla freschezza dei profumi, all’estrazione del colore e alla gestione del tannino volta alla dolcezza e all’eleganza. Una volta separate le bucce dal vino, è stata avviata la fermentazione malolattica in barriques, esaltando così la finezza e la piacevolezza degli aromi. E’ iniziato quindi il processo di invecchiamento che è durato all’incirca 12-14 mesi, in fusti di rovere francese ed ungherese, in parte nuovi ed in parte da primo passaggio; durante questo periodo i diversi lotti, vinificati separatamente in base alla varietà, si sono elevati in legno per poi essere assemblati pochi mesi prima dell’imbottigliamento.
Tignanello è prodotto esclusivamente dall'omonimo vigneto che si trova presso Tenuta Tignanello su un terreno di 57 ettari esposto a sud-ovest, di origine calcarea con elementi tufacei, ad un'altezza tra i 350 e i 400 metri s.l.m.. È stato il primo Sangiovese ad essere affinato in barrique, il primo vino rosso moderno assemblato con varietà non tradizionali, quali il Cabernet, e tra i primi vini rossi nel Chianti a non usare uve bianche. Tignanello, in origine "Chianti Classico Riserva vigneto Tignanello" è stato vinificato per la prima volta da un unico vigneto con l'annata 1970, quando conteneva il 20% di Canaiolo e il 5% di Trebbiano e Malvasia, ed era affinato in piccole botti di rovere. Con l'annata 1971 è diventato vino da tavola di Toscana, è stato chiamato Tignanello e con l'annata 1975 le uve bianche sono state totalmente eliminate. Dal 1982 la composizione è rimasta invariata. Tignanello viene prodotto soltanto nelle annate migliori; non è stato prodotto nel 1972, 1973,1974, 1976, 1984, 1992 e 2002.
Tignanello 2012 è di colore rosso rubino molto intenso, con riflessi violacei. Al naso è potente e complesso, con note speziate miste a frutta rossa, fumé e note balsamiche; si percepiscono anche note di ciliegia, prugna, liquerizia e rosmarino. E’ molto elegante, riempie il palato con grande volume e ottimo equilibrio tannico. Dal finale persistente, con note speziate e fruttate che ben si fondono alle note di legno.
James Suckling 96/100
Dopo un autunno mite ed asciutto, l’inverno nella zona del Chianti Classico è stato caratterizzato da temperature rigide e piovosità regolare, soprattutto nei mesi di Gennaio e Febbraio. La primavera è iniziata con un clima piuttosto asciutto e fresco, tanto che il germogliamento e la fioritura sono decorsi con un leggero ritardo rispetto alla media delle annate precedenti. I mesi di Aprile e Maggio hanno garantito una buona piovosità, che è risultata fondamentale per sostenere la lunga siccità estiva che, a partire da Giugno e fino a tutto il mese di Agosto, ha condizionato lo sviluppo delle piante, sia nelle pareti fogliari che nelle dimensioni e nel peso dei grappoli. Le piogge degli ultimi giorni di Agosto hanno riequilibrato i vigneti, consentendo a tutte le varietà di proseguire con regolarità i processi di maturazione ed i mesi di Settembre ed Ottobre, entrambi miti e mediamente piovosi, hanno permesso alle uve di evolvere sia nella maturazione zuccherina, che in quella tecnologica e fenolica. Le raccolte si sono concentrate tra il 20 Settembre ed il 10 Ottobre, partendo dal Cabernet Franc e Sangiovese per concludersi con il Cabernet Sauvignon. Piovosità totale annua: 952 mm Temperatura media 1 Aprile – 31 Ottobre: 19,74°C Piovosità 1 Aprile – 31 ottobre: 569,6 mm
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità, una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualità delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà, l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontà di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.