L’inverno 2010 nella zona del Chianti Classico è stato caratterizzato da intense precipitazioni, basse temperature e nevicate periodiche che hanno portato ad un ottimo riposo vegetativo e un ritardo nel germogliamento. Piogge regolari sono continuate anche durante la primavera, accompagnate da temperature inferiori alla media che hanno provocato un ritardo nella crescita e sviluppo della vite. La vera estate è iniziata soltanto nel mese di luglio; le alte temperature e il clima assolutamente asciutto, hanno contribuito ad un ottimo recupero del ciclo vegetativo. Le temperature più basse di fine luglio e agosto hanno nuovamente rallentato la maturazione e il processo di invaiatura imponendo un attento lavoro di selezione delle uve, mirato a contenere la produzione per pianta e soprattutto la sanità dei grappoli.
La raccolta è iniziata a fine settembre in condizioni generalmente calde e soleggiate con piogge a tratti seguite da forti venti del nord che hanno asciugato le uve. L’alternanza di notti fresche e giornate calde è stata un ulteriore contributo per la qualità del raccolto. La vendemmia è iniziata con il Cabernet Franc a fine settembre, è continuata con il Sangiovese nei primi di ottobre, e si è conclusa con il Cabernet Sauvignon a metà ottobre. La sanità dei grappoli, la ricchezza di colore e aroma, e l’eccellente carattere varietale sono stati segni di uve di alto livello grazie anche ad una lunga stagione vegetativa. All’arrivo in cantina, i grappoli sono stati delicatamente diraspati e gli acini, prima di essere pigiati, accuratamente selezionati al tavolo di cernita; qui la cura del dettaglio è stata ai massimi livelli, gli acini non completamente maturi, una rarità per questa annata, sono stati scartati e solo quelli perfetti sono stati immessi nel serbatoio di vinificazione. Durante la fermentazione e la macerazione, nei serbatoi troncoconici da 60 hl, il mosto si è trasformato lentamente in vino, con attenzione estrema alla freschezza dei profumi, all’estrazione del colore, alla gestione del tannino volta alla dolcezza e all’eleganza; tutto questo ha richiesto grande sensibilità , conoscenza delle uve e costante cura del prodotto, che è stato condotto alla svinatura solo dopo attente e giornaliere degustazioni. Una volta separate le bucce dal vino, si è avviata la fermentazione malolattica che, in barriques, ha esaltato la finezza e piacevolezza del vino. E’ iniziato quindi il processo di maturazione in fusti di rovere francese per circa 18 mesi; durante questo periodo i diversi lotti, vinificati separatamente in base alla varietà e alle altre variabili viticole, si sono elevati in legno, per poi essere assemblati pochi mesi prima dell’imbottigliamento, effettuato in fattoria.
Solaia è un vigneto di circa 20 ettari esposto a sud-ovest tra i 350 e i 400 metri s.l.m. su un suolo roccioso calcareo con roccia di alberese e galestro, situato presso Tenuta Tignanello. La famiglia Antinori ha prodotto questo vino per la prima volta con l’annata 1978; l’uvaggio iniziale era 80% Cabernet Sauvignon e 20% Cabernet Franc, che è stato ripetuto nel 1979. Nelle annate successive è stato introdotto un 20% di Sangiovese e sono state fatte alcune correzioni nel rapporto tra Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, fino ad arrivare alla composizione attuale. Solaia è prodotto soltanto nelle annate eccezionali e non è stato prodotto nel 1980, 1981, 1983,1984 e 1992.
Di colore rosso rubino molto intenso, al naso il vino è di grande impatto, con buona espressione delle varietà e note fragranti, intense e dolci di frutta rossa e spezia. L’annata fresca e lunga rende in bocca grande maturità al vino, esaltandone l’ampiezza, la struttura e la sofficità dei tannini, pur mantenendo eleganza ed equilibrio. Il finale ha grande persistenza, con evidenti richiami alle note speziate percepite al naso.
Wine Advocate 97/100 USA James Suckling 98/100 USA Guida Bibenda 2014 5 Grappoli Italia Guida Oro I Vini di Veronelli 2014 Super Tre Stelle Italia Wine Spectator 93/100 USA Wine Enthusiast 97/100 USA Antonio Galloni 98 /100 USA Falstaff 95/100 Austria Int Wine Cellar 93/100 USA
L’inverno 2010 nella zona del Chianti Classico è stato caratterizzato da intense precipitazioni, basse temperature e nevicate periodiche che hanno portato ad un ottimo riposo vegetativo e un ritardo nel germogliamento. Piogge regolari sono continuate anche durante la primavera, accompagnate da temperature inferiori alla media che hanno provocato un ritardo nella crescita e sviluppo della vite. La vera estate è iniziata soltanto nel mese di luglio; le alte temperature e il clima assolutamente asciutto, hanno contribuito ad un ottimo recupero del ciclo vegetativo. Le temperature più basse di fine luglio e agosto hanno nuovamente rallentato la maturazione e il processo di invaiatura imponendo un attento lavoro di selezione delle uve, mirato a contenere la produzione per pianta e soprattutto la sanità dei grappoli.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità , una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualitĂ delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà , l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontĂ di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.