Dopo un autunno ed un inverno miti e poco piovosi, la primavera 2016 nel Chianti Classico è iniziata all’insegna del bel tempo e delle calde giornate soleggiate, portando ad un anticipo del germogliamento di circa 10 giorni rispetto alla media storica. Queste condizioni climatiche, rimaste invariate per tutto il mese di aprile, sono cambiate a partire dal mese di maggio con precipitazioni e temperature fresche che non hanno però influito sulle determinanti fasi di fioritura ed allegagione. L’estate, tendenzialmente calda, asciutta e priva di picchi di calore, ha consentito alle piante di mantenere un eccellente equilibrio vegeto-produttivo. I mesi della raccolta sono stati regolari, con alcune precipitazioni alternate a lunghi periodi di sole con un’ottima ventilazione, favorendo il processo di maturazione ideale per tutte le varietà coltivate nel Chianti Classico.
Le uve, raccolte separatamente per varietà, sono state diraspate, pigiate ed introdotte in serbatoi di acciaio inox. La fermentazione alcolica è avvenuta ad una temperatura controllata tra i 26 ed i 28°C, per esaltare l’espressione aromatica e preservare le note fruttate e floreali di ciascuna varietà; la macerazione ha avuto una durata di circa 8-10 giorni per il Sangiovese e di circa 15 per le varietà complementari, ed è stata gestita con interventi meccanici volti all’estrazione di tannini soffici e dolci. Al termine della fermentazione malolattica, completata entro la fine dell’inverno per tutte le varietà, il vino è stato assemblato ed introdotto in legno, dove ha maturato per circa nove mesi in botti grandi di rovere di Slavonia e per una piccola parte in acciaio. L’imbottigliamento è avvenuto a dicembre 2017.
Dai vigneti della tenuta Pèppoli, nasce un Chianti Classico da uve Sangiovese unite a varietà complementari, concepito per essere apprezzato nel pieno dell’espressione del frutto. Un vino capace di rappresentare il territorio del Chianti Classico e la sua storica varietà attraverso i tipici aromi floreali e fruttati. Pèppoli viene prodotto dal 1985 e dall’annata 2013 parte delle uve vengono vinificate nella cantina Antinori nel Chianti Classico.
Pèppoli 2016 si presenta di un colore rosso rubino. Al naso spiccano intense note fruttate, di ciliegia e ribes rosso, a cui ben si legano quelle floreali di viola ed un lieve, delicato e ben integrato sentore di legno tostato. Al palato è fresco, sapido, con tannini morbidi ed un retrogusto che richiama le note percepite al naso.
James Suckling 91/100 USA Falstaff 90/100 GER Daniele Cernilli 92/100 IT
Dopo un autunno ed un inverno miti e poco piovosi, la primavera 2016 nel Chianti Classico è iniziata all’insegna del bel tempo e delle calde giornate soleggiate, portando ad un anticipo del germogliamento di circa 10 giorni rispetto alla media storica. Queste condizioni climatiche, rimaste invariate per tutto il mese di aprile, sono cambiate a partire dal mese di maggio con precipitazioni e temperature fresche che non hanno però influito sulle determinanti fasi di fioritura ed allegagione. L’estate, tendenzialmente calda, asciutta e priva di picchi di calore, ha consentito alle piante di mantenere un eccellente equilibrio vegeto-produttivo. I mesi della raccolta sono stati regolari, con alcune precipitazioni alternate a lunghi periodi di sole con un’ottima ventilazione, favorendo il processo di maturazione ideale per tutte le varietà coltivate nel Chianti Classico.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità, una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualità delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà, l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontà di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.