La 2017 è stata un’annata tendenzialmente siccitosa, con un inverno caratterizzato da assenza di piogge e temperature al di sotto della media. La gelata tardiva registrata nel mese di aprile ha causato, in particolare modo sui vigneti a fondo valle, un riduzione della produzione. Il clima caldo e secco durante il periodo estivo ha favorito l’anticipo della maturazione delle uve garantendo un ottimo stato sanitario dei grappoli. Per contrastare l’assenza idrica registrata in determinati vigneti si è intervenuti utilizzando l’irrigazione a goccia. L’importante quanto isolata precipitazione di fine agosto ha favorito, in particolar modo nelle varietà più tardive, il raggiungimento di un’ottima maturazione preservando la caratteristica freschezza e fragranza. La costante ed abituale attenzione verso tutte le fasi della vite e del grappolo e l’accurata e tempestiva vendemmia hanno garantito la raccolta di uve sane e contraddistinte da un’ottima freschezza, capaci di produrre un vino con un buon equilibrio tra acidità e grado alcolico. La vendemmia del Sauvignon Blanc è iniziata verso la seconda settimana di agosto e si è conclusa con la raccolta del Sémillon verso gli ultimi giorni dello stesso mese.
Il momento della vendemmia del Sauvignon Blanc e del Sémillon è stato scelto ricercando l’equilibrio tra concentrazione zuccherina e massima espressione dei profumi varietali dell’uva. I grappoli, raccolti manualmente, sono stati immediatamente trasferiti in cantina e raffreddati attraverso il passaggio in un convogliatore refrigerato che, abbassandone la temperatura prima della pressatura, ha preservato i caratteristici aromi varietali. Dopo la pressatura soffice i mosti, mantenuti per alcune ore ad una temperatura di 10°C così da consentirne il naturale illimpidimento, sono stati trasferiti in serbatoi di acciaio inox, dove si è svolta la fermentazione alcolica ad una temperatura non superiore ai 16°C. Completata questa operazione il vino è stato conservato ad una temperatura di circa 10°C per impedire lo svolgimento della fermentazione malolattica e conservare inalterate le caratteristiche organolettiche. Le due varietà sono state poi unite affinché l’una potesse “completare” l’altra. Fresco, verticale, leggermente aromatico il Sauvignon, morbido e tropicale il Sémillon.
I vigneti destinati al Conte della Vipera sono situati ad un’altezza che va dai 250 ai 350 metri s.l.m. su un suolo ricco di sedimenti fossili marini. Il vino prende il nome dai primi proprietari del Castello della Sala e l'etichetta riporta un disegno della Cappella di San Giovanni del XIII secolo situata nella proprietà . La prima annata di Conte della Vipera prodotta è stata la 1997.
Conte della Vipera 2017 si presenta di un colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Al naso l’annata 2017 colpisce per il suo finissimo bouquet: predominano sentori di frutta matura come la pesca, il pompelmo e l’ananas. Al palato è avvolgente, equilibrato e persistente, sostenuto da una buona freschezza e sapidità .
Luca Maroni 92/100 IT
La 2017 è stata un’annata tendenzialmente siccitosa, con un inverno caratterizzato da assenza di piogge e temperature al di sotto della media. La gelata tardiva registrata nel mese di aprile ha causato, in particolare modo sui vigneti a fondo valle, un riduzione della produzione. Il clima caldo e secco durante il periodo estivo ha favorito l’anticipo della maturazione delle uve garantendo un ottimo stato sanitario dei grappoli. Per contrastare l’assenza idrica registrata in determinati vigneti si è intervenuti utilizzando l’irrigazione a goccia. L’importante quanto isolata precipitazione di fine agosto ha favorito, in particolar modo nelle varietà più tardive, il raggiungimento di un’ottima maturazione preservando la caratteristica freschezza e fragranza. La costante ed abituale attenzione verso tutte le fasi della vite e del grappolo e l’accurata e tempestiva vendemmia hanno garantito la raccolta di uve sane e contraddistinte da un’ottima freschezza, capaci di produrre un vino con un buon equilibrio tra acidità e grado alcolico. La vendemmia del Sauvignon Blanc è iniziata verso la seconda settimana di agosto e si è conclusa con la raccolta del Sémillon verso gli ultimi giorni dello stesso mese.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità , una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualitĂ delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà , l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontĂ di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.