Il clima dell’annata 2016 è stato caratterizzato da un inverno mite con precipitazioni regolari, seguito da una stagione primaverile con temperature fresche, che hanno consentito un regolare processo di germogliamento e fioritura delle piante. Nel mese di giugno si è presentato un lieve calo delle temperature che si è tradotto in un leggero rallentamento del ciclo fisiologico della pianta riequilibratosi dal mese di luglio grazie ad un’estate calda con buone escursioni termiche tra il giorno e la notte. Questo ha permesso di ottenere un vino da interessanti corredi aromatici. La vendemmia del Sauvignon Blanc per il Conte della Vipera è iniziata verso la fine di agosto mentre quella del Sémillon, che fisiologicamente matura con una quindicina di giorni di ritardo, è iniziata verso la seconda metà di settembre.
I vigneti destinati al Conte della Vipera sono situati ad un’altezza che va dai 250 ai 350 metri s.l.m. in suoli ricchi di sedimenti fossili marini. Il momento della vendemmia del Sauvignon Blanc e del Sémillon è stato scelto in funzione del rapporto tra concentrazione zuccherina e massima espressione dei profumi varietali dell’uva. I grappoli raccolti manualmente sono stati immediatamente trasferiti in cantina e raffreddati attraverso il passaggio in un convogliatore refrigerato che ne ha abbassato la temperatura prima della pressatura in modo da mantenere inalterate le caratteristiche varietali. Dopo la pressatura soffice i mosti sono stati mantenuti per alcune ore ad una temperatura di 10°C così da illimpidirsi in modo naturale. A ciò ha fatto seguito il travaso in serbatoi di acciaio inox, dove si è svolta la fermentazione alcolica ad una temperatura non superiore ai 16°C. Completata questa operazione i vini sono stati conservati ad una temperatura di circa 10°C per impedire lo svolgimento della fermentazione malolattica e conservare inalterate le caratteristiche organolettiche. Le due varietà sono state poi assemblate perché l’una potesse “completare” l’altra. Fresco, verticale, leggermente aromatico il Sauvignon, morbido, tropicale, pastoso il Sémillon.
I vigneti destinati al Conte della Vipera sono situati ad un’altezza che va dai 250 ai 350 metri s.l.m. su un suolo ricco di sedimenti fossili marini. Il vino prende il nome dai primi proprietari del Castello della Sala e l'etichetta riporta un disegno della Cappella di San Giovanni del XIII secolo situata nella proprietà . La prima annata di Conte della Vipera prodotta è stata la 1997.
Dal colore giallo scarico con lievi riflessi verdognoli, al naso emergono note floreali ed erbacee, seguite da sentori di frutta a polpa bianca integrati da piacevoli note agrumate unite ad aromi di ananas. Al palato presenta un buon bilanciamento tra struttura e aciditĂ , con un finale lungo e persistente.
Il clima dell’annata 2016 è stato caratterizzato da un inverno mite con precipitazioni regolari, seguito da una stagione primaverile con temperature fresche, che hanno consentito un regolare processo di germogliamento e fioritura delle piante. Nel mese di giugno si è presentato un lieve calo delle temperature che si è tradotto in un leggero rallentamento del ciclo fisiologico della pianta riequilibratosi dal mese di luglio grazie ad un’estate calda con buone escursioni termiche tra il giorno e la notte. Questo ha permesso di ottenere un vino da interessanti corredi aromatici. La vendemmia del Sauvignon Blanc per il Conte della Vipera è iniziata verso la fine di agosto mentre quella del Sémillon, che fisiologicamente matura con una quindicina di giorni di ritardo, è iniziata verso la seconda metà di settembre.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità , una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualitĂ delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà , l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontĂ di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.