L’annata 2015, caratterizzata da un inverno con frequenti precipitazioni, ha permesso l’accumulo di buone riserve idriche nel terreno. Le ottime condizioni climatiche della stagione primaverile, con temperature al di sopra della media stagionale, hanno favorito il perfetto sviluppo vegetativo ed un’ottima fioritura ed allegagione. L’estate, tendenzialmente calda ed asciutta, con un picco delle temperature nel mese di luglio, ha garantito l’accrescimento dei grappoli senza particolari condizioni di stress. Il mese di agosto, anch’esso caldo, è stato caratterizzato da alcune precipitazioni che hanno permesso l’avvio ottimale della maturazione. La particolare esposizione dei vigneti di Ampio, sfiorati dal vento di Maestrale pomeridiano, e le ottime escursioni termiche tra il giorno e la notte, hanno favorito lo sviluppo delle note aromatiche speziate, esaltando l’equilibrio del Carménère e l’elegante struttura dei Cabernet. La raccolta è iniziata nella seconda metà di settembre per il Cabernet Franc, è proseguita con il Cabernet Sauvignon per concludersi con il Carménère ad inizio ottobre.
Ampio nasce dai migliori vigneti de Le Mortelle, da uve raccolte in piccole cassette e portate in cantina per una cernita manuale accurata. Solo selezionati acini hanno raggiunto gli speciali serbatoi troncoconici riempiti per gravità , assicurando l’integrità di ogni frutto. La loro forma ed il particolare sistema di follatura garantiscono un processo di vinificazione delicato ma deciso, capace di esaltare i profumi, l’equilibrio del tannino e le caratteristiche di ciascuna varietà . I diversi lotti, separati per varietale, hanno svolto la fermentazione malolattica in barrique nuove di rovere francese per poi concedersi circa 18 mesi di affinamento, prima di essere assemblati. Ampio ha riposato per ulteriori 12 mesi in bottiglia prima di essere presentato sul mercato.
Fattoria Le Mortelle si trova nel cuore della Maremma Toscana, a pochi chilometri da Castiglione della Pescaia, in una posizione straordinaria ed affascinante sia per la natura che per la storia dei luoghi che la circondano. La famiglia Antinori è presente da sempre in queste terre. Nel 1863, un atto patrimoniale menziona tra i possedimenti proprio Poggio Franco, uno dei vigneti più vocati della tenuta, insieme ad altre parcelle di terreno. La famiglia dal 1999 ha lavorato sia ai vigneti che alla nuova cantina con la convinzione che l’area, ancora emergente nel panorama vitivinicolo italiano, sia altamente vocata alla produzione di vini di qualità e che qui si possono esprimere al meglio le caratteristiche del terroir e delle varietà coltivate.
Ampio 2015 si presenta di un colore rosso rubino scuro molto intenso. Al naso seducenti aromi speziati di pepe nero e menta si uniscono a piacevoli note di frutta nera ben matura, ribes nero e mirtillo, e sentori floreali. Delicate sensazioni di cioccolato amaro e liquirizia completano il bouquet. Al palato è generoso, avvolgente, complesso, con una trama tannica fitta e setosa. Il finale è profondo, lungo, speziato, elegante.
Wine Spectator 96/100 USA
L’annata 2015, caratterizzata da un inverno con frequenti precipitazioni, ha permesso l’accumulo di buone riserve idriche nel terreno. Le ottime condizioni climatiche della stagione primaverile, con temperature al di sopra della media stagionale, hanno favorito il perfetto sviluppo vegetativo ed un’ottima fioritura ed allegagione. L’estate, tendenzialmente calda ed asciutta, con un picco delle temperature nel mese di luglio, ha garantito l’accrescimento dei grappoli senza particolari condizioni di stress. Il mese di agosto, anch’esso caldo, è stato caratterizzato da alcune precipitazioni che hanno permesso l’avvio ottimale della maturazione. La particolare esposizione dei vigneti di Ampio, sfiorati dal vento di Maestrale pomeridiano, e le ottime escursioni termiche tra il giorno e la notte, hanno favorito lo sviluppo delle note aromatiche speziate, esaltando l’equilibrio del Carménère e l’elegante struttura dei Cabernet. La raccolta è iniziata nella seconda metà di settembre per il Cabernet Franc, è proseguita con il Cabernet Sauvignon per concludersi con il Carménère ad inizio ottobre.
Era il 1928 quando Niccolò Antinori, padre di Piero Antinori, decise di chiamare questo vino con il nome della villa di famiglia affinché rappresentasse la sua personale interpretazione dell’identità chiantigiana e toscana.
Villa Antinori è il vino simbolo di Casa Antinori, un’etichetta storica toscana, dallo stile contemporaneo. “Si chiama Villa Antinori. Rosso di Sangue Toscano […] da uve nate, maturate e raccolte nei nostri vigneti delle tenute toscane e poi vinificate e invecchiate in Casa Antinori”. Cit. Piero Antinori
Quel disegno in etichetta, raffigurante Villa del Cigliano, simboleggia il concetto di casa, di territorio, di Toscana. “I francesi hanno gli chateaux? E noi abbiamo le Ville!” Così Niccolò Antinori spiegava scherzosamente la scelta dell’illustrazione in etichetta, innovativa per quel tempo.
Il nome celebra i Monaldeschi della Cervara, storica famiglia proprietaria nel XVI secolo del Castello della Sala.
Vigneto Vignaferrovia prende il nome da un’antica stazione ferroviaria del XIX secolo presente a pochi metri dai filari.
Poggio alle Nane nasce da un’area altamente vocata alla produzione di vini di qualità , una zona in cui i Cabernet così come il Carménère riescono ad esprimersi al meglio.
Il Pinot Nero trova al Castello della Sala, storica terra dei bianchi, un espressione autentica e tipica, capace di raccontare il profondo carattere territoriale.
L’Aleatico, antica varietà toscana coltivata fin dai tempi degli etruschi, trova in questo territorio una moderna espressione.
Villa del Cigliano, situata tra le morbide colline di San Casciano in Val di Pesa (FI), è un luogo da sempre legato alla famiglia; è qui che generazioni di Antinori sono nati e vissuti a partire dal 1546, anno in cui Alessandro di Niccolò Antinori divenne proprietario dell’edificio.
L’etichetta fu disegnata da Silvio Coppola nel 1974, per l’uscita dell’annata 1971. Fu in una cena del 1973 al Castello della Sala che uscì fuori il nome di Coppola. Grafico e designer, famoso per le sue lampade essenziali, i mobili rigorosi, ma anche le copertine di tanti libri Feltrinelli, Coppola era il nome giusto per quel lavoro.
Un territorio, quello di Guado al Tasso, contraddistinto dall’Anfiteatro Bolgherese, una serie di colline che racchiudono la pianura che si affaccia sul mare, capace di creare un microclima unico, con grandi escursioni termiche. I vigneti di Guado al tasso si trovano ai piedi dell’Anfiteatro e, nella notte, l’aria fredda scende dalle colline fino a rinfrescare i filari. Queste particolari condizioni climatiche donano alle uve una spiccata aromaticità e garantiscono una perfetta maturazione dell’acino.
Il Cervaro della Sala è stato uno dei primi bianchi italiani a svolgere fermentazione malolattica ed affinamento in barrique.
Poggio alle Nane prende il nome dalla zona in cui si trovano i vigneti: un'area dove originariamente erano allevate delle anatre localmente chiamate "nane", estesa dal poggio al lago ancora oggi esistenti.
Vigneto Vignaferrovia poggia su un suolo caratterizzato fortemente da rocce e sassi, capace di limitare naturalmente la vigoria della vite ed esaltare la qualitĂ delle uve.
I 4 ettari di vigneto del Pinot Nero percorrono la collina, dividendosi in terrazzamenti, disegnando linee sinuose e morbide.
“A” rappresenta l’unione dell’ iniziale della tenuta, Fattoria Aldobrandesca, con quella della varietà , l’Aleatico.
Il Marchese Piero Antinori, attuale Presidente Onorario, decise di far firmare l’etichetta di Tignanello a suo padre, Niccolò Antinori, come simbolo di riconoscenza per la fiducia dimostratagli.
Guado al Tasso riporta nella propria capsula lo stemma storico della famiglia Antinori.
Cervaro della Sala nasce dalla volontĂ di creare un vino bianco capace di affrontare lunghi affinamenti.
La particolare esposizione a sud/ovest dei vigneti permettono ai venti dal mare di mitigare le temperature estive del vigneto limitandone i picchi di calore.
Il particolare clima del Castello della Sala ha costretto gli agronomi ad ideare un modo per proteggere gli acini dal sole estivo. I tralci vengono fatti allungare e ripiegati sulla pianta in modo che le foglie possano ombreggiare i grappoli di Pinot Nero.
“A” nasce dalla ricerca dell’equilibrio tra il carattere spiccato dell’Aleatico e l’unicità del suolo vulcanico.
Lo stemma storico della famiglia Antinori.
Guado al Tasso presenta in etichetta lo stemma della famiglia Della Gherardesca con le sue iniziali, DG, antica proprietaria della tenuta.
Nel 1985, Renzo Cotarella, allora enologo del Castello della Sala, produce la prima annata del Cervaro della Sala.
La famiglia Antinori ha voluto interpretare in maniera personale e profonda un vino storico come il Brunello di Montalcino.
Il “sole” di Tignanello stilizzato da Silvio Coppola.